mercoledì 4 febbraio 2009

Su Pan'ispeli, l'antico pane di ghiande

Su Pan'ispeli viene nominato da Plinio il Vecchio nel I secolo D.C, descrivendolo come un pane di ghiande impastato con argilla del quale si nutrivano i Sardi.

Il pane di ghiande era utilizzato per buona parte dell'anno e veniva preparato scegliendo la quantità necessaria di ghiande ben mature, le quali venivano sbucciate e si ponevano a cuocere in una specie di lisciva, ottenuta filtrando l'acqua di cottura attraverso uno strato di argilla speciale, ricca di ferro, e di cenere di alcune erbe aromatiche. La cenere serviva a togliere l'aspro e l'amaro del tannino delle ghiande, e l'argilla dava il glutine necessario a legare l'impasto.
Entrambe questi ingredienti contribuivano a render più gustoso e digeribile il pan'ispeli.
Quando le ghiande, per effetto della cottura, raggiungevano la consistenza della polenta, assumendo quasi il colore del cioccolato, si stendevano su tavole a rassodare, per poi venir tagliate a fette o a pani. Seccato al sole o al forno, il pan'ispeli veniva quindi consumato come un pane qualsiasi, col solito companatico nostrano, formaggio, lardo ecc.

Paolo Mantegazza scrisse: "Il pane di ghiande deve rimandarsi ad usi e popoli antichissimi, forse ai primi abitatori della Sardegna".
Vittorio Angius affermò che "Le donne di Baunei ne portano in altri paesi e lo vendono più caro che se fosse di farina scelta. Se ne manda in dono e si pregia come una cosa singolare...".
Osvaldo Baldacci scrisse: "Fin dal 1938, durante imiei viaggi nell'Ogliastra potei constatare che il pane di ghiande non rientra più nel regime alimentare quotidiano, ma che persiste tuttora come singolarità tradizionale nella mensa di persone povere e facoltose durante le festività paesane".

Lello Fadda ha riportato, nel suo bellissimo articolo "Geofagia in Sardegna", la descrizione dettagliata di un vero e proprio cerimoniale a sfondo religioso effettuato nel Marzo del 1957 a Baunei.
Secondo lo studio effettuato da Angelino Usai riportato nel suo libro "Baunei", il pane di ghiande sopravvive in Ogliastra ma l'usanza era tradizione della Barbagia e di altre zone della Sardegna nel quale aveva nomi differenti: panispeli, lande cottu (Baunei e Triei), lande kin abba e ludu orrubiu (Talana e Urzulei).

Tale abitudine alimentare è stata messa in relazione con antiche forme di Geofagia.
La geofagia ha radici antichissime. Platone consigliava alle donne incinta di ingerire argilla come ricostituente, i romani invece, la impastavano con sangue di capra e ne facevano dei biscotti medicinali.
I tedeschi e gli scandinavi, fino ad un secolo fa, la impiegavano per la panificazione, proprio come fanno tuttora gli aborigeni australiani. Nei mercati dell’Africa Centrale viene invece venduta come digestivo e cura contro la dissenteria.

Fonte
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1 commento:

Anonimo ha detto...

La foto del pane è stata presa dal sito dell'Associazione Antichi Cammini che ha sperimentato la preparazione della ricetta.
Quando si "prendono" delle foto altrui bisognerebbe per correttezza citarne l'autore o la fonte.
www.antichicammini.it