giovedì 14 agosto 2008

Una coppia di stelle per datare le piramidi

Le piramidi di Giza risalgono a circa 4500 anni fa, ma finora gli archeologi non sono riusciti a stabilire la data della loro costruzione con un’incertezza inferiore a cento anni. Kate Spence, egittologa dell’Università di Cambridge, ha proposto nell’ultimo numero di «Nature» un metodo di datazione che riduce questo errore a soli cinque anni.

Assumendo l’allineamento dei monumenti secondo le stelle che all’epoca indicavano il nord, l’egittologa ha fissato l’inizio dei lavori alla grande piramide di Cheope tra il 2485 a.C. e il 2475 a.C. La precisione nell’orientazione della sua base è straordinaria, essendo spostata di soli tre minuti d’arco (circa un decimo del diametro della luna) rispetto al «vero» nord. Ma intorno al 2500 a.C. la stella polare non indicava il polo nord celeste, il punto nel cielo in linea con l’asse terrestre.

L’asse infatti non punta verso una direzione fissa ma, ruotando quasi come una trottola, descrive un cerchio sulla volta celeste in circa 26.000. Gli astronomi egiziani, nella ricostruzione della Spence, stabilivano la posizione del nord tramite una coppia di stelle, Kochab nell’Orsa minore e Mizar nell’Orsa maggiore, che nel 2467 a.C. giacevano lungo una linea che passava proprio per il polo.

Un filo a piombo allineato con esse avrebbe quindi indicato il punto sull’orizzonte. Ma la tecnica astronomica perde in accuratezza con il tempo: a causa del moto dell’asse terrestre (o precessione), la linea immaginaria tra Mizar e Kochab si allontana gradualmente dal polo, verso ovest per epoche precedenti al regno di Cheope, e verso est per epoche successive.

E proprio intorno al periodo della grande piramide viene raggiunta la massima precisione. Lo scarto di tre minuti tra la posizione della piramide e il nord vero corrisponde a una data ben precisa, e la Spence ha stabilito così il nuovo limite per la tomba di Cheope. L’effetto della precessione spiegherebbe anche perché l’allineamento delle altre piramidi, costruite tra il 2600 a.C. e il 2400 a.C., è meno preciso.

Come la tomba di Snofru, il padre di Cheope, spostata di circa 9 minuti d’arco verso ovest, o la piramide di Micerino, il secondo faraone dopo Cheope, in cui l’errore è di 13 minuti verso est. Tuttavia non esistono testi che documentano le tecniche di costruzione delle piramidi, e poco si sa delle conoscenze astronomiche nell’antico Egitto. Le costellazioni raffigurate sui soffitti delle tombe, per esempio, sono per la maggior parte sconosciute e senza una corrispondenza con quelle dello zodiaco.

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