giovedì 15 gennaio 2009

Guarda un po' dov'è finita una pintadera


Nei giorni della Conferenza di Parigi (12 Aprile 2005), tenuta dal prof. Sanna alla Maison des Sciences de l’homme sulla decifrazione dei documenti pitici di Glozel, abbiamo approfittato di una mezza giornata libera per fare una visita mirata nel settore di antichistica orientale del Museo del Louvre, più precisamente in quello, ricchissimo, che espone oggetti archeologici anatolici, mesopotamici e curdi.

Volevamo infatti vedere se, e quali e quanti, potevano
presentare delle analogie formali e contenutistiche con gli oggetti sardi del periodo neolitico –eneolitico e nuragico.

Ad un certo punto la mia attenzione fu attirata da una bacheca in cui erano esposti dei cervi in bronzo, alcuni dei quali a doppia protome, proprio come quelli sardi. Ma lo stupore fu accresciuto dal fatto che accanto alle immagini miniaturistiche dei cervi si trovava una chiara ‘pintadera’ di bronzo.

Questa è più o meno della stessa grandezza di quelle comunemente rinvenute in Sardegna e riporta la stessa simbologia (quella che viene chiamata ‘decorazione’ dagli archeologi) delle pintadere sarde. Attiratane l’attenzione, anche Gigi Sanna rimase stupito non solo per quell’abbinamento cervi – pintadere, ma anche del fatto che, stando almeno alle sue (e alle mie) conoscenze, non si avevano notizie di pintadere di bronzo, simili o quasi identiche a quelle sarde, in altri luoghi ad Occidente o ad Oriente del Mediterraneo.

Gigi Sanna stava più prudente perché gli sembrava di ricordare di aver letto da qualche parte che oggetti del genere ne erano stati trovati anche al di fuori della Sardegna. Ho scattato delle fotografie, così come ho potuto, e soprattutto ho cercato di riprendere, con una di esse, il luogo preciso dove sono stati rinvenuti i reperti. Incredibile!

Il sito si trova, a miglia di chilometri dalla Sardegna, addirittura nella sponda sud del Mar Caspio nel territorio del Gilan, a Marlik, cittadina questa non molto lontano da Teheran.

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